Anno di fondazione: 1556
Titolo: S. Francesco d’Assisi all’Annunziata
Storia: Il primo Convento fu fondato nel 1556, su richiesta del Principe Moncada, che aderendo alla pietà del Clero e del Popolo, donò ai Cappuccini un terreno vicino alla Salinella, distante mezzo miglio dalla Città. Dopo 40 anni, nel 1596, quel luogo fu lasciato con il consenso del Capitolo Provinciale e del Ministro Generale perché lontano dalla Città ed infestato dalla malaria. La chiusura del convento e, conseguentemente, la dipartita dei Frati, dispiacque molto al popolo e, in modo particolare, al Principe Moncada che ricorse anche al Romano Pontefice Clemente VIII affinché i Cappuccini ritornassero a Paternò. Invitato dal Papa, il Ministro Generale del tempo, P. Innocenzo da Caltagirone, chiese ai Frati della Provincia di Messina di ritornare a Paternò. Il Principe Moncada, incontrando il Provinciale P. Urbano da Palermo, si dichiarò disponibile anche a cedere il suo Palazzo, purché i Cappuccini ritornassero a Paternò. Nel 1608, avuto il parere favorevole del Capitolo, fu scelto il luogo della fabbrica del nuovo Convento, accanto alla Chiesetta della Madonna delle Grazie, donata in perpetuo ai Cappuccini dal titolare Sac. Don Giuseppe Moncada, con atto pubblico del 24 aprile 1610, nel posto più bello della Città, chiamato Belvedere, e il 28 dicembre venne piantata la Croce. Il convento sorse con i contributi del popolo e per la generosità del Principe Moncada. Lo spaventoso terremoto dell’11 gennaio 1693 distrusse gran parte del Convento, danneggiando gravemente l’altra parte. Venne ricostruito, sempre con la generosità del popolo. Con la soppressione degli Ordini religiosi del 1866, il Convento passò al Demanio e poi ceduto al Municipio. Rimase chiuso per circa vent’anni, e verso il 1880 l’orto fu trasformato in Cimitero Comunale. Poi il Comune, riservandosi la proprietà, concesse ai Frati Cappuccini l’uso della Chiesa e del Convento, ove si costituì la famiglia regolare con uno studentato. Ma la fatiscenza del fabbricato, l’abbandono da parte dei cittadini del sito del belvedere, costrinse i Frati a trasferirsi altrove. La chiesa del vecchio convento è stata sottoposta a diversi interventi di restauro, e nel 1977 è stata riaperta al culto. Mentre tutto il Convento nel 1946 venne trasformato anch’esso in cimitero.
Il 25 maggio 1904 viene posta la prima pietra per la costruzione del terzo Convento accanto alla Chiesa dell’Annunziata, donata dal Sacerdote Antonino Guido, mentre il Cav. Carmelo Cutore Ciancio di Pasquale dona ai Cappuccini un tratto della chiusa dell’Annunziata. Il 13 giugno 1927 il Convento di Paternò, insieme ad altri Conventi della Provincia, fu soppresso dalla S. Congregazione dei Religiosi. Le suppliche dell’Arcivescovo di Catania, del Clero e del Popolo di Paternò indussero la S. Sede ad autorizzarne la riapertura il 25 luglio 1931, anche se di fatto il Convento non era stato chiuso e la chiesa era rimasta sempre officiata dai Cappuccini.
Il 4 ottobre 1966 Mons. Guido Bentivoglio, Arcivescovo di Catania, erigeva la parrocchia di S. Francesco all’Annunziata. La chiesa, tuttavia, era in situazione di precarietà e insufficiente per la parrocchia. Fu demolita, e nel 1977 si iniziò la costruzione di una nuova Chiesa su progetto dell’Architetto salesiano Don Vincenzo Gorgone, secondo i nuovi canoni di arte sacra del Concilio Vaticano II. Essa fu inaugurata con il solenne rito della Dedicazione il 2 aprile 1989. All’interno è arricchita da splendidi mosaici di P. Ugolino da Belluno, Cappuccino, fra cui il raffinatissimo Cantico delle Creature o di Frate Sole.
Arte: Custodia intarsiata e scolpita (rubata da ignoti nel 1988) inserita in un Altare ligneo a intarsio, del sec. XVII, e una grande e pregevole tela del Seicento raffigurante la Madonna con S. Francesco, S. Bonaventura, S. Barbara, Santa Geltrude; Madonna dell’Apocalisse, olio su tela, di Ignoto del sec. XVIII; S. Michele Arcangelo, olio su tela, di Ignoto del sec. XVIII; Madonna delle Grazie, dipinto su legno, di Maestro Anonimo del ‘400; affreschi settecenteschi di pregevole fattura. In modo particolare si segnala una ultima Cena che per il suo intenso realismo richiama lontane ascendenze caravaggesche. Un bellissimo S. Giuseppe dall’ampio panneggio è ricco di espressività pur nel suo taglio popolaresco.
Fonti e Bibliografia
Bull. Cap. III, 323; Lex. Cap., 1292, BONAVENTURA SEMINARA DA TROINA, Breve ma certa veridica notizia, 2020, 53-58, 90-96; ANDREA da Paternò, Notizie storiche, I, XXXI; G. CITTÀ BERTOLA, B. CONTI, A. PASQUALETTO, P. VIRGILLITO, I Frati Cappuccini A Paterno’, I, a cura di, 1992; Uno Spazio Sacro del Dopo Concilio, II, Chiesa parrocchiale San Francesco all’Annunziata di Paternò, Progetto di Vincenzo Gorgone, Paternò, 1992; S. DI MATTEO, Paternò: nove secoli di storia e di arte, Palermo, 1976; V. FALLICA, Storia di Paternò, Catania, 1991; FILIPPO DA FIRENZE, Fondazioni dei Conventi, II, 85, in Archivio provinciale dei Cappuccini di Firenze; F. FIORE- G. LIPARI, Catalogo delle edizioni del XVII secolo. I. La Biblioteca provinciale di Messina, Messina, 2003, 3 v.; GIUSTINO DA PATTI, Cenni storici sui Conventi cappuccini della Provincia messinese. Frati, Scrittori e opere, Dattiloscritto in APCME; G. LIPARI, Incunaboli e cinquecentine della Provincia dei Cappuccini di Messina, Messina, [1995], 2 v.; MARIANO D’ALATRI (ed.), Inchiesta 1650; SALVATORE DA VALLEDOLMO, Bozze manoscritte che riguardano il Convento dei Cappuccini di Paternò, 11 p. in APCM sez. 5; G. SAVASTA, Memorie storiche della città di Paternò, 33 Catania, 1905.
Funzione Pastorale attuale: Pastorale parrocchiale e Attività caritativa Assistenza OFS e GiFra Assistenza Gruppi ecclesiali Ministero della Riconciliazione |
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